Antica Miniera a Vallezza (Parma)
Una domenica di ormai diversi anni or sono col mio amico Gino e sua moglie Rossella abbiamo fatto un giro con la macchina fotografica a tracolla in Val di Taro. Nel pomeriggio siamo capitati vicino allo stabilimento/miniera abbandonato cuore degli scavi a caccia di petrolio fatti in Val di Taro. Tutto era in uno stato di abbandono completo. Probabilmente il poco che c’era da portare via era già stato saccheggiato abbondantemente. Comunque destreggiandoci fra i rovi siamo riusciti ad entrare dentro il vecchio stabilimento ancora pieno di vari pezzi di macchinario, tubi, attrezzature arrugginite. Una breve ricerca fatta oggi sul web mi ha consentito di saperne di più, e mi fa piacere parlarne su questo mio blog.
Intorno al 1860 vengono iniziate in Italia le prime perforazioni a caccia di quello che ancora oggi viene definito oro nero. Infatti per poter disporre di benzina per il nascente mercato automobilistico bisognava ricorrere all’importazione di greggio dagli Stati Uniti d’America. Da qui la necessità di poter disporre di una produzione propria, e sembrava che proprio la Val Padana (o almeno una parte di essa) potesse essere ricca del prezioso minerale. Da qui perforazioni sia in provincia di Parma, di Reggio Emilia, di Piacenza.
Perforazioni….pensare che i primi pozzi nella zona di Vallezza avevano una profondità di 40/50 metri ciascuno fornendo non più di 5 litri di petrolio al giorno… Va detto comunque che antiche fonti del 1200 parlano di affioramenti di idrocarburi sia sul terreno che in pozzi scavati inizialmente per l’acqua. (“Sunt etiam in dicto episcopatu Placentino aliquae fonte set putei qui producunt oleum petronicum quod vales ad multa infirmitates”). In alcune zone (tra cui Vallezza) era frequente trovare degli affioramenti di idrocarburi mescolati all’acqua, con successiva separazione degli stessi mediante sistemi artigianali, per poi rivendere il prodotto per vari impieghi (il principale per alimentare…le lampade a petrolio), non ultimo per prodotti medicinali.
Ma è nel 1904 che a Vallezza comincia l’estrazione in modo sistematico e direi industriale del petrolio con piccoli pozzi scavati a mano, mentre l’anno successivo nasce una Società denominata Società Petrolifera Italiana con a capo un vero pioniere italiano del settore, il cav. Luigi Scotti di Piacenza.
Non è certo questo un articolo che voglia ripercorrere la lunga storia di questa azienda, (la cui attività cessa definitivamente nel dicembre 1994, quando il giacimento di Vallezza viene dichiarato esaurito e la concessione omonima, dopo la bonifica del territorio e la chiusura dei pozzi cessa di esistere) per cui mi limito a dire che è stata un’esperienza molto particolare. Ci si aggirava fra tubi e attrezzature quasi sempre in silenzio, limitandoci a chiamare gli altri quando c’era qualcosa di particolare. Ricordo tra le altre cose una cassetta da cui usciva la documentazione di molte delle persone che vi avevano lavorato penso per ultimi…abbiamo deciso di comune accordo di non fotografarla nè di fare “primi piani” di qualche documento. E’ stato un momento un pò particolare, in cui ho avuto quasi la sensazione di essermi imbattuto in una minuscola scheggia spazio-temporale…la prova documentale (ben più dei muri e dei macchinari) di una vita di lavoro reale, di persone che magari non erano più fra noi, ma che avevano permeato di sè quel luogo.
Le foto sono state scattate con una pellicola in B/N con una Nikon F5 ed ora scannerizzate, parte da fotografie già stampate in formato 20/25, parte da provini 7/9. Come ho scritto sopra il terreno era pieno di rovi con delle parti quasi inaccessibili. Il cielo coperto non forniva una grande luce, per cui le foto all’interno (tutte senza flash) necessitavano di lavorare quasi sempre a tutta apertura. Alcuni punti della struttura sembravano pericolanti.
Tra le ‘gallerie’ di questo sito la documentazione fotografica fatta in quel pomeriggio.
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.